Di Pierandrea Fanigliulo
E’ l’ultimo superstite della vasta zona paludosa e boscosa che si estendeva da Brindisi ad Otranto; un lungo lembo boschivo che affacciava sul mare e che ammantava di verde quella parte di Puglia conosciuta come la Foresta di Lecce. Ora, di quella meravigliosa manifestazione di Madre Natura, rimane solo lei: l’Oasi WWF Le Cesine. L’Oasi, che si estende per circa 350 ettari, si trova all’interno di una Zona Speciale di Conservazione nel Comune di Vernole, attigua al capoluogo di Provincia Lecce. Da sempre è uno dei siti naturalistici dal maggiore interesse in Puglia, ma non solo, trovandosi sulle principali rotte migratorie. Oltre a numerose specie di uccelli acquatici, vanta anche un’ampia flora che annovera specie botaniche di notevole pregio. La fauna dell’OASI non è da meno infatti, oltre a varie specie di rane, rospi, tritoni, serpenti, faine, da qualche anno sono tornati dapprima il cinghiale e poi il lupo. Ritorni che hanno portato tanta curiosità ma anche preoccupazione; tutti temi che abbiamo affrontato in una lunga intervista esclusiva con il dott. Giuseppe De Matteis, direttore dell’Oasi WWF Le Cesine.
Direttore quanto è difficile preservare questo scrigno verde? “La Riserva Naturale Oasi WWF Le Cesine è il posto nascosto della meraviglia. Ogni attimo regala sorprese. Non è un caso che chi la visita ci ritorna, quasi un legame invisibile con la nostra essenza ancestrale. La conservazione e la tutela di un’area di tale pregio naturalistico, oggi, è una sfida complessa che richiede, spesso, la sinergia tra diversi attori, il WWF ente gestore, i carabinieri forestali garanti della legalità nell’area, la Regione Puglia con l’ARIF in prima linea per l’antincendio ed il corretto svolgimento delle operazioni forestali. Non è per nulla semplice ma la collaborazione e la capacità di individuare l’obiettivo comune fa sì che si possa raggiungere il risultato.”
Le Cesine si trovano lungo una delle principali rotte migratorie e ospita numerosissimi uccelli acquatici, oltre a una ricchissima vegetazione. Quali sono le specie presenti più importanti? Nella Riserva nel corso dell’anno passano diverse specie di uccelli. Sono più di 200 specie dai più piccoli ai più grandi che col passare delle stagioni colorano di variopinte sfumature ogni habitat e accompagnano le ore del giorno con suoni. Tra le specie più interessanti il Fistione turco e la Moretta tabaccata due anatre tuffatrici rare molto particolari, L’Aquila minore che volteggia nel cielo a caccia di prede. Tre specie, le prime che mi vengono in mente, ma in realtà ogni specie è importante perché tessera di un ricco mosaico.
Da qualche anno sono tornate specie come il cinghiale e successivamente il lupo. Dei ritorni che devono solo inorgoglire la comunità. Cosa pensa a riguardo, cosa rappresenta questo per Le Cesine e come deve rapportarsi il fruitore dell’Oasi? La Riserva, grazie all’impegno quotidiano del WWF, dal punto di vista scientifico rappresenta un ricco deposito di informazioni. I monitoraggio di flora e fauna che si svolgono regolarmente consentono di avere a disposizioni informazioni in tempo reale su ogni novità. Un’area protetta è un termometro che misura i cambiamenti ed un laboratorio dove si studiano criticità per valutarne e suggerirne soluzioni. I cinghiali prima ed i lupi dopo hanno rappresentato per la Riserva i nuovi arrivi. I primi in breve tempo sono cresciuti in popolazione a dismisura creando non pochi disagi al territorio, la riserva ha rappresentato, per questa specie, un ottimo rifugio, ricco di cibo e con acqua tutto l’anno. In quel periodo la gestione della nuova presenza è stata molto complessa. Nel 2020 abbiamo censito il passaggio del primo lupo e da quel giorno in poi il numero dei cinghiali si è notevolmente abbassato sino a raggiungere numeri sostenibili al di sotto delle dieci unità. Il fruitore della Riserva non rappresenta una preda ne per il cinghiale ne per il lupo che tra l’altro hanno abitudini diverse essendo generalmente attivi in orario notturno o crepuscolare.
Il ritorno di lupi e cinghiali potrebbe aprire alla possibilità di reintrodurre altre specie che un tempo abitavano questi luoghi come cervi, caprioli e daini? La reintroduzione in natura di esemplari richiede sempre tanti studi e tante valutazioni. Un conto è che una specie in forte espansione decida di colonizzare una zona, come è successo per lupo e cinghiale, un conto e ipotizzare reintroduzioni di altre specie. Al momento è importante che le istituzini e cittadini prendano coscienza dei cambiamenti ed adottino soluzioni e comportamenti adeguati che favoriscano un ottimale convivenza.
Quali altre specie popolano Le Cesine? I diversi habitat che compongono la riserva forniscono riparo e cibo a numerose specie da rettili ad anfibi, mammiferi, uccelli, insetti, alberi, arbusti erbe. Le Cesine è colma di forme, colori, suoni, odori, sapori! Mi piace rappresentarla come un unico organismo composto da tanti organi con compiti specifici, ognuno legato, direttamente o indirettamente, all’altro. Non c’è il più bello o il più importante.
Purtroppo ogni estate il Salento e anche Le Cesine, devono fare i conti con una piaga brutale: gli incedi. Cosa si può e si deve fare a riguardo? Le temperature sempre più elevate che caratterizzano le nostre estati da qualche anno rappresentano una criticità importante per la gestione di un’area come Le Cesine. La Riserva adotta un piano antincendio che si compone di diverse azioni in prevenzione che si svolgono, in collaborazione con ARIF, tutto l’anno. Un progetto realizzato insieme a CMCC e Protezione Civile ci consente di monitorare con mezzi tecnologici l’area e di ottenere in tempo reale informazioni sulla situazione del bosco. Nel periodo più caldo si interviene con presidio del territorio mediante controllo e mezzi presenti per eventuale pronto intervento. Si fa il massimo per sventare disastri.
Cosa auspica per il futuro de Le Cesine, in relazione al territorio? Anche da un punto di vista turistico. Alla Riserva auspico di mantenere la sua natura, il suo fascino ancestrale, la sua capacità di farti sentire vivo e importante per il pianeta. È questa la funzione di questo luogo e chi la visita col giusto spirito ne resta affascinato.